Il paradosso: meglio fritte che lesse, parola di nutrizionista.

Le patate, tubero amato da tutti sempre visto come nemico della dieta, soprattutto se fritto.

Ricordando che NON SONO DA CONSIDERARSI VERDURE, le patate sono uno dei “nemici della dieta” insieme agli altri amati compagni di squadra dei CARBOIDRATI, quali pasta, pane & co.

Vige sempre la REGOLA DELLE 3 P: pane, pasta e patate MAI nello stesso pasto per ovvi motivi di composizione nutrizionale similare; quindi sono dei sostituti che possono e devono essere consumati  – nelle giuste quantità- nella dieta quotidiana.

Quante volte abbiamo sentito dire: “le patate fanno ingrassare”, soprattutto quando si tratta di seguire una dieta dimagrante; quindi, sbagliando vengono eliminate oppure sostituite con le tristissime patate lesse.

Convinti che sia la mossa corretta?

 

Ovviamente no e, soprattutto, non è giusto discriminare le tanto amate- anche da me- patatine fritte.

La credenza popolare ritiene che la patata lessa sia la soluzione ideale per rimanere in forma, senza compromettere la dieta; invece – sorprendentemente- il trionfo è per la versione fritta!

Tutto dipende dal’INDICE GLICEMICO, il responsabile della vittoria della patatina fritta.

L’indice glicemico IG è un sistema di classificazione in cui si misura la velocità di digestione e assorbimento dei cibi a contenuto di carboidrati ed il loro effetto sulla glicemia, ovvero sui livelli di glucosio nel sangue.

Un cibo con IG alto produce un alto picco glicemico (es. zucchero) dopo il suo consumo; al contrario, un alimento con IG basso provoca un lento rilascio di glucosio ematico (es. cereale integrale).

Durante la cottura/bollitura, la patata rende disponibile i suoi amidi; di conseguenza avremo un cibo con indice glicemico molto alto. Ciò comporterà una stimolazione dell’insulina e quindi uno stoccaggio dei grassi. Conseguenza? Si ingrassa.

 

 

Cosa succede invece con le patatine fritte? 

Qui il picco insulinico viene limitato e, in aggiunta, si attiva anche una seconda funzione che interviene a favore delle donne: la ritenzione idrica.

Fritta in olio extra vergine di oliva, subisce uno shock termico; questo rende resistenti gli amidi di superficie, non saranno quindi disponibili completamente alla loro metabolizzazione. 

Otteniamo un doppio vantaggio:

  1. cibo che ha un indice glicemico più basso (ottimo anche per chi ha problematiche diabetiche)
  2. grazie a questo tipo di cottura, si stimola il fegato alla disintossicazione promuovendo il drenaggio dei liquidi. Quindi anche per le donne con ritenzione idrica la patata fritta è approvata.

ATTENZIONE!!!!!! Ciò vuol dire che NON possiamo mangiare patatine fritte in quantità illimitate, come ogni cosa: quantità e qualità.

Un ruolo importante lo riveste però naturalmente anche la tipologia di frittura e il condimento.

Bandito il SALE, nemico di ritenzione idrica e ipertensione; come insaporire le patatine?

Via libera a spezie come curcuma e curry, antinfiammatori naturale e ricchi di sapore.

©2024 Manuela Mapelli | Biologa - Nutrizionista | P. IVA: 03456770134 | Via Vittorio Veneto, 13 - Lecco | +39.347.2379913 - manumapelli@gmail.com | Privacy Policy

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